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L’Economia della Coesione nell’era della vulnerabilità

 

I cambiamenti in corso nelle modalità di produzione di valore esigono l’implementazione di nuovi modelli di sviluppo che facciano del perseguimento del ben-essere il loro obiettivo primario. Il tradizionale modello dicotomico, che riduce e confina la generazione di ricchezza all’interno del mercato e l’attuazione di policy per l’equità e la coesione sociale all’interno della sfera statuale, costituisce un freno allo sviluppo. Sempre più stringente è, infatti, la necessità di uscire da modelli di produzione del valore che contemplano una logica verticale secondo cui i soggetti for profit producono valore economico, i soggetti della società civile producono beni relazionali e le istituzioni pubbliche producono beni pubblici.

Lo scenario economico e sociale in mutamento ha messo in crisi questi tradizionali sistemi, costringendo sempre più gli attori della società a trovare nuovi meccanismi di produzione del valore. Se il mercato è inteso non meramente come luogo di scambio di beni e servizi, bensì come fattore di umanizzazione in quanto istituzione che consente ad una pluralità di soggetti di sopravvivere ed esprimersi secondo il principio della libertà di impresa, allora la fiducia, elemento fondamentale per il corretto funzionamento del mercato così inteso, va alimentata attraverso la promozione di relazioni tra singoli ma ancor più tra istituzioni (economiche e non) al fine di rinsaldare quel legame tra società civile, società politica e società commerciale in grado di produrre valore per la società ai diversi livelli.

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Per ricostruire i legami di fiducia tra persone che vivono nell’attuale passaggio d’epoca è urgente ripartire dal riposizionamento del discorso economico sulla categoria di bene comune. Beni comuni oggi sono l’ambiente, l’acqua, il territorio, ma anche la conoscenza, la biodiversità, la cultura e l’identità. Tali beni, per le loro caratteristiche proprie, necessitano di una modalità di gestione che si basi su puntuali pratiche di condivisione. In particolar modo, il modello cooperativo, che sta attraversando un momento di passaggio che ne vede l’applicazione in nuovi ambiti di attività, costituisce il modello alla base di quella che oggi va sotto il nome dieconomia della collaborazione (sharing economy). I beni della comunità, in quanto tali, devono essere gestiti attraverso modelli digovernance che includano diverse categorie di “portatori di interesse” (multistakeholdership), che oltre ad organizzare l’offerta siano in grado anche (e soprattutto) di prestare attenzione al lato della domanda intercettandone il senso a partire dai bisogni delle comunità in cui quei beni sono inseriti. Per questa ragione le organizzazioni dell’Economia Civile, che basano il loro agire sul principio di reciprocità, si candidano come principali soggetti in grado di ripensare il rapporto tra economia e società, basato sulla creazione di legame sociale.

La rilevanza delle organizzazioni dell’Economia Civile all’interno dei meccanismi di produzione di valore e il crescente ruolo che queste hanno nella gestione dei beni comuni si traduce in una crescente attenzione rispetto all’impatto sociale che tali soggetti generano con il proprio operato nei confronti delle comunità di riferimento. Il tema dell’impatto, ovvero delle ricadute e dei cambiamenti prodotti nel lungo periodo, si lega – anche all’interno della Riforma del Terzo Settore in corso – con il tema dellamisurazione dello stesso e pone le organizzazioni dell’Economia Civile davanti a sfide ed opportunità che esse non possono non cogliere. In particolar modo, la questione della misurazione dell’impatto generato si colloca nella prospettiva del passaggio da unwelfare redistributivo ad un welfare generativo e, specialmente, all’interno della riflessione sull’individuazione di una modalità di finanziamento dei servizi sociali che tenga conto dei crescenti tagli della spesa pubblica e dell’ampliamento costante della platea dei vari portatori di bisogni.

Stefano Zamagni, Presidente della Commissione Scientifica di AICCON, presenta il tema della XV edizione

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