È convinzione, non ancora sufficientemente diffusa, che misurare la generazione di valore delle nuove forme di organizzazione del welfare locale, quali le iniziative di welfare di comunità, sia la base delle strategie operative e di sviluppo della propria organizzazione. Parlare di welfare di comunità, vuol dire parlare delle modalità attraverso cui una pluralità di soggetti di natura diversa si uniscono per costruire reti ed ecosistemi in grado di mettere in campo un insieme di azioni ad ampio raggio che guardano ai territori nella loro complessità.
Le organizzazioni devono quindi sostenere le soluzioni ai bisogni e nello stesso tempo essere generative di nuovo valore multidimensionale.
Il percorso di ricerca promosso all’interno delle attività non formative del progetto “Promuovere le competenze per lo sviluppo di sistemi di welfare comunitario sul territorio del Nord Milano”, finanziato all’interno dell’Avviso 48 di Foncoop e realizzato in collaborazione con Aiccon ha una duplice finalità: da un lato, partendo dalla letteratura e dallo studio di casi, definisce metodologie e strumenti utili ad orientare e valutare l’impatto sociale generato dalle attività e dai servizi di welfare comunitario; dall’altro coinvolgere e capacitare le risorse umane delle organizzazioni partecipanti.
Il lavoro ha come riferimento l’innovazione sociale e organizzativa prodotta dal modello di welfare comunitario del territorio Rhodense, nel quale il Consorzio Cooperho svolge un ruolo centrale di aggregatore degli enti di Terzo Settore. Questo sistema di organizzazione a rete coinvolge, in particolare, le imprese del Consorzio, tra cui le cooperative coinvolte nel piano, Il Grappolo, Serena e Intrecci.
La ricerca ha prodotto un Social Impact Framework in grado di osservare ed evidenziare la qualità e la rilevanza della relazione tra un’organizzazione, i propri stakeholder e le comunità di riferimento e gli effetti generati dall’azione territoriale delle imprese sociali e individuare un cruscotto di indicatori per la rilevazione dei dati, in base alla prospettiva di sviluppo integrale.
Il processo ha previsto l’analisi preliminare del welfare di comunità come approccio che guarda al welfare come il risultato di un’attivazione e coinvolgimento sempre maggiore dell’intera comunità, superando il protagonismo esclusivo del soggetto pubblico o della singola organizzazione.
L’avvio, con la prima azione, ha analizzato il contesto del territorio Rhodense e la lettura dei bisogni della comunità di riferimento con l’evidenza della problematizzazione del concetto di bisogno che troppo spesso appare assunto in maniera acritica e standardizzata, quando invece la principale evidenza che emerge quotidianamente dal lavoro con le persone è proprio una progressiva destandardizzazione del bisogno e la richiesta crescente di soluzioni personalizzate.
La seconda azione ha previsto la definizione del Social Impact Framework del welfare comunitario e il cruscotto di indicatori co-costruiti insieme alle organizzazioni. Si è partiti dall’ecosistema relazionale che ha permesso di quantificare e qualificare le relazioni che le organizzazioni hanno con i soggetti di varia natura (persone e organizzazioni) individuando i livelli di co-progettazione, co-realizzazione e co-gestione delle attività che rappresentano gradi di intensità di relazione più elevati e centrali per la generazione di valore. Passando poi al co-design della Catena del Valore si è evidenziato come la pluralità di attività messe in campo dalle organizzazioni necessita un’eterogeneità di risorse, non solo economiche, ma anche umane e non monetarie nella loro dimensione tangibile (spazi, mezzi, strumenti, ecc.) e intangibile (es. network di comunicazione e relazioni, competenze, ecc.).
Ed ora cosa ci aspetta? Per arrivare all’implementazione del sistema di misurazione si procederà con una prima sperimentazione della raccolta dati relativa ai tre progetti considerati, in vista di una possibile progressiva sistematizzazione del modello di valutazione nella rete di welfare comunitario del Rhodense che una volta validata potrà essere proposta a tutti gli ambiti del Nord Milano. Dopo questa prima sperimentazione sarà importante organizzare un momento di confronto e restituzione che, in un’ottica di apprendimento e miglioramento continuo, possa essere l’occasione per riorientare le attività sulla base delle evidenze emerse e per comprendere se e come sarà possibile applicare il modello anche ad altri ambiti di attività delle organizzazioni.
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